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7 non rubare. La giusta mercede

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Il tema della mostra ruota attorno al 7° Comandamento “Non rubare”, ed è concentrato ad esaminarne l’aspetto della giusta mercede, in grado di condizionare l’esistenza e il futuro di ognuno. Esistono quelli che definisco “ladri di futuro”, persone senza scrupolo interessate solo all’arricchimento celere, disposte a schiacciare e a sfruttare il prossimo fino allo sfinimento per acquisire o mantenere beni, agi e privilegi: “incuranti di inquinare l’ambiente - incuranti dei sacrifici umani che il loro obiettivo può comportare, costi quel che costi”. Il loro e unico mantra è “realizzare il massimo profitto”, il loro Dio è Mammona (il denaro) e per esso sono disposti a tutto, anche a RUBARE. Rubano la dignità, i sogni, la speranza quando privano il lavoratore del giusto salario – rubano l’infanzia sfruttando i minori – rubano il welfare (la possibilità di curarsi e di ricevere una buona istruzione) quando non pagano o frodano le tasse – rubano la salute e la vita quando permettono che la mansione del lavoro sia svolta in un ambiente malsano e pericoloso. Un imprenditore che si definisca cristiano non può sfruttare il lavoratore lasciandolo nell’indigenza, non può barricarsi dietro i suoi granai come il ricco della parabola evangelica, dicendo all’anima sua: – Datti alla pazza gioia – quando i suoi dipendenti, per una ragione o per l’altra, non abbiano di che sfamarsi o di che dare da mangiare alla propria famiglia. “La prima carità è la giustizia”: giusto salario non elemosine – giuste condizioni per vivere del proprio lavoro. Defraudare la dovuta mercede agli operai è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio (cfr. Gc 5,4).

I supporti utilizzati per la realizzazione dei quadri, sono gli stessi delle mostre “In fuga da Nazareth. Profughi di ieri e di oggi” e “Matteo 25 – Restiamo Umani”, pannelli realizzati con gli scarti di falegnameria a cui sono molto affezionato perché con la loro imperfezione conferiscono una bellezza più autentica proprio perché imperfetta come la realtà.

Gli sfondi sono prevalentemente grigi e rugginosi, colori acrilici metallescenti, scelti per ciò che rappresentano: la civiltà industriale, i colori e i fumi delle nostre città, la contemporaneità. I soggetti raffigurati sono tratti da foto vere, sono persone esistenti o esistite che proprio perché reali conferiscono una grande potenza narrativa all’intera opera. Fine ultimo della mostra è l’aiuto concreto. In collaborazione con l’associazione “Midrash” dei frati cappuccini, la metà dei proventi raccolti, attraverso la vendita dei quadri originali o delle ristampe in scala verrà destinato una famiglia di profughi siriani che attraverso la comunità di Sant’Egidio sono giunti in Italia -  attualmente residenti in Nichelino.

Il nuovo progetto Working Progress

di Massimiliano Ungarelli

sul tema del LAVORO.

 

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Progetto presentato dai Missionari Salesiani

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